Vi è mai capitato di imbattervi in quelle cancellate in metallo dal disegno estremamente particolare che ogni tanto si incontrano in Romagna? Ma sì, quei cancelli fatti con sottili listelli metallici orizzontali punteggiati da buchi circolari che si dispongono ad intervalli regolari sulla superficie. Si possono trovare ancora oggi in certe case un pò datate di campagna, magari tinteggiati di colori particolarmente appariscenti o in altri casi aggrediti dal lento effetto della ruggine che ne invecchia inesorabilmente la superficie.

Semmai vi è capitato di vederli, beh, non si tratta del lavoro paziente di qualche fabbro ferraio dotato di una particolare vena artistica. Non è nemmeno opera di una qualche ditta di infissi di moda attiva negli anni passati. Quello che state ammirando è il frutto del genio popolare che fa di necessità virtù e che è in grado di tramutare un oggetto nato in seno ad un conflitto mondiale in un elemento di arredo urbano della vita di tutti i giorni.

Ma facciamo un passo indietro! Siamo nei tumultuosi anni quaranta del Novecento. La guerra imperversa su gran parte del globo e gli eserciti di tutto il mondo si danno furiosamente battaglia per terra, per mare e per cielo. Ed è proprio dal cielo che comincia la nostra storia. La U.S.A.F. (United States Air Force o Forza Aerea degli Stati Uniti), nell’impellente necessità di approntare campi di aviazione d’emergenza per l’impiego al fronte dei propri velivoli, idea una particolare soluzione per poter costruire in poco tempo delle vere e proprie “piste d’atterraggio di fortuna”. La soluzione prevede l’impiego in serie di speciali piastre metalliche forate, larghe 38 cm e lunghe circa 3 metri ciascuna, disposte e fissate una accanto all’altra sul terreno fino a coprire uno spazio largo 45 m e lungo 1500 m per un totale di circa 60 000 piastre impiegate. Questa superficie permetteva il decollo e l’atterraggio di aeroplani militari di notevoli dimensioni, dai più piccoli caccia fino ai bombardieri di più grossa stazza.

Soldato che impugna una grella d’acciaio tipo “Marston Mat”

Nacquero in America, e presero il nome di “Marston Mat”, ideate dall’ingegnere militare Gerald G. Greulich e prodotte dalla Carnegie Illinois Steel Company di Pittsburgh. Furono impiegate su numerosi fronti, in particolare su quello del Pacifico, o laddove l’assenza di infrastrutture aeroportuali richiedesse agli Alleati di adottare questo sistema per utilizzare i propri mezzi aerei. Il fronte italiano fu uno di questi per via della sistematica distruzione operata dai tedeschi che, ritirandosi verso Nord, fecero terra bruciata di ogni risorsa utile agli anglo-americani in avanzata.

Sorsero così, nei luoghi più disparati, dei campi d’aviazione provvisori. Erano realizzati in campi, spiagge, o qualsiasi altro spazio pianeggiante posto in posizione strategica per le operazioni belliche in corso di svolgimento tra il 1943 ed il 1945 sul suolo italiano. Fu qui che le Marston Mat presero il nome di “grelle”, forse per via della somiglianza con l’inglese “grill”, termine informale che semplicemente significa “griglia”.

Pista d’atterraggio di fortuna realizzata con grelle dagli Alleati, in primo piano è visibile un bombardiere con relativo carico bellico

Uno di questi aeroporti provvisori sorse persino a Cervia, nei pressi dell’attuale Milano Marittima, dove i velivoli del Commonwealth stazionarono a lungo tra il 1944 ed il 1945, supportando le operazioni degli Alleati nel Nord-Italia.

Campo d’aviazione alleato di Milano Marittima (RA) realizzato con grelle in una foto del 1945 che ritrae un caccia Mustang

Nell’immediato dopoguerra l’Italia, in ginocchio e costellata dalle macerie lasciate dal conflitto, si apprestò ad una lenta ripartenza e ricostruzione. Una delle prime fonti di approvvigionamento di materiali furono proprio i residuati bellici: veicoli militari, armamenti dismessi, bunker abbandonati e, ovviamente campi d’aviazione provvisori lasciati dagli Alleati. Questi luoghi furono progressivamente spoliati di ogni oggetto riutilizzabile e adattati, con straordinario ingegno ed inventiva, ai più svariati usi.

Cancellata realizzata inferiormente con grelle situata a Porto Corsini (RA)

È qui che le grelle metalliche assumono nuova vita, tagliate, piegate, incorniciate e saldate a seconda del gusto e della disponibilità di materiali per recintare le abitazioni riparate e ricostruite ex-novo per popolare un paese mosso dal desiderio di lasciarsi alle spalle anni di guerra e devastazione.

Cancellata realizzata inferiormente con grelle di una casa colonica a Gambettola (FC) nei pressi dell’autostrada A14

A conti fatti questa operazione di reimpiego è comune ad ogni paese colpito da guerre e distruzioni. Ciò che ora non serve più, anche se inizialmente concepito per fare la guerra, diventa strumento di pace. è un superamento, un passo ulteriore rispetto alla sofferenza e al dolore provati in precedenza e che ora è motivo di speranza per il futuro.

Cancello realizzato inferiormente con grella all’ingresso di un’abitazione di Bulgarnò (FC)

La cosa che veramente stupisce è la circolarità con cui il processo avviene. Le grelle costituivano la pista di decollo dei bombardieri, il punto di partenza dei temuti bombardamenti che hanno squassato il paese e raso al suolo case e palazzi. Pochi anni dopo le stesse grelle diventano il punto di partenza della ricostruzione di quegli stessi luoghi diventati rovine durante il conflitto. In Romagna è possibile imbattersi in questi fenomeni di reimpiego soprattutto sotto forma di cancelli, ma non mancano soluzioni innovative che denotano l’importanza di queste “scorie” della guerra per la gente comune di allora.

Carretto a rimorchio con grella usata a mo’ di sponda anteriore in un capanno agricolo di Ruffio (FC)

Oggi è difficile recuperare questo tipo di memoria. Persino chi ha in cortile una di queste lamine d’acciaio non conosce la vera provenienza e l’origine di quei pezzi di metallo, dimenticata negli anni come la guerra che le ha portate dove sono ora. Si può dire che questa sia una piccola realizzazione di quell’auspicio biblico del libro di Isaia che profetizza l’arrivo un giorno della pace sulla Terra. Una pace che porterà con sé la perdita del significato della parola “guerra” così come la perdita dell’antico significato delle armi usate per combatterla: “essi, con le loro spade, costruiranno vomeri di aratro e, con le loro lance, falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra e non impareranno più la guerra”.

Ingresso chiuso con grella del tunnel del Regelbau 668 nella pineta di Punta Marina Terme (RA)